Ventimila Leghe

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Studenti e docenti

Cosa dicono di Noi

Cosa dicono di noi

Qui di seguito riportiamo gli scritti di alcuni studenti e studentesse dell'Istituto Salvatore Quasimodo di Magenta (MI) che hanno partecipato al viaggio a Mauthausen, Gusen e Hartheim nel Marzo del 2012:

Non degli innocenti che hanno
solo la colpa di essere e
che sono stati sradicati dalla loro
natura.
A cosa si può arrivare per sentirsi superiori?

In questo momento, seduta dove saranno
morte centinaia  e migliaia di
persone, i sentimenti sono differenti.
c’è rabbia, delusione, compassione
e anche un po’ di ribrezzo.
Mari il primo giorno ci ha detto che
non siamo qui per odiare o giudicare,
ma solo per ricordare.
Bhe io in questo momento sto sbagliando
evidentemente. perché sto solo pensando
al cuore di ghiaccio dei nazisti,
hai loro divertimenti.
Per me sono loro che non appartengono
alla razza degli esseri umani, perché
non possiedono una dote: l’umanità. In questo
momento rifletto che sono loro
quelli da modificare , da
rendere ciò che non sono.

La cosa che ti sconvolge di più è cercare di pensare come persone
tali e uguali a noi siano riusciti ad essere cosi' crudeli e spietati nei confronti
di persone come loro. come sono riusciti a prendere corpi scheletrici per
bruciarli e rimanere impassibili di fronte alle loro sofferenze.
Come facevano a dormire la notte pensando a tutto quello che facevano di giorno
facevano tutto in segreto per non farlo sapere ai deportati, ma un’altra motivazione
che non hanno mai detto è che forse un po’ schifo si facevano da soli e non volevano
che tutti sapessero come fossero realmente

Mauthausen  21-03-2012
L’uomo si reputa migliore degli altri esseri perché
possiede la ragione, prova moltissime emozioni e
sensazioni ed ha una coscienza molto
influente sulle sue scelte e azioni.
Tuttavia spesso non appena gli viene concessa
la possibilità di sfruttare il proprio più
grande dono; la libertà, si perde, e come se fosse il meno
sensibile e il meno razionale sfrutta
la propria libertà per far del male ad altri come lui.

Devo essere sincera, pensavo che dopo questa esperienza
sarei tornata a casa piena di rabbia.
Ma mi sbagliavo, mi sbagliavo enormemente
perché l’odio produce solamente altrettanto odio!
Quando tornerò a casa non parlerò delle crudeltà
dell’uomo, anzi parlerò di quante persone
coraggiose, che con fatica, sono riuscite a insegnare
qualcosa.
Vi ringrazio tutti della bella esperienza

21.3.12
Non riesco del tutto a immaginare ciò che poteva
accadere nei luoghi che abbiamo
attraversato, forse per l’assurdità delle cose.
E’ una cosa assurda, impossibile da pensare per noi.
E’ sconvolgente sapere che "persone" come noi, fatte
della stessa nostra carne, siano arrivate a fare
quelle cose, e pensare che altrettante persone
le abbiano subite e sopportate.
Calpestando questa terra, o questa scalinata
della morte, provo a immaginare la condizione
di tutti quegli uomini, sia quella psichica e
fisica, spremuti di tutte le loro forze fino
alla morte.

A tutti quegli uomini che pur avendo
sofferto, hanno cercato sempre di alzarsi
e andare avanti.
Questo posto dimostra come gli uomini
sono crudeli e per obbedire, solo a
degli ordini.
Non riesco minimamente ad immaginare
questo posto ai tempi della guerra.
Non riesco a capire il loro dolore,
l’unica cosa che posso fare è guardare
tutto quello che è rimasto.

Un pensiero a tutti quelli
che pur vivendo una
situazione inimmaginabile,
perché credo che non
riusciremo mai a
comprendere fino in fondo
quanto dolore questi luoghi
racchiudono hanno cercato
di mantenere viva la loro
dignità cercando di non
cedere, sempre con il
pensiero rivolto ai loro
cari e alla speranza spesso
vana di rivederli, un giorno.
L’unica cosa che possiamo
fare e dobbiamo fare è
non dimenticare perché una
delle cose + belle del
mondo ovvero la nostra
libertà non sia mai +
motivo di discriminazione.

Mi chiamo Andrea e sono un ragazzo di 19 anni.
Quest’esperienza mi ha aperto gli occhi e mi ha fatto capire
veramente il significato di "olocausto".
Sono qui nella cava, nel luogo dove migliaia di persone
persero la vita a causa dei lavori forzati; cerco di immaginare;
tutte quelle vite innocenti, sfruttate, maltrattate e svalorizzate
solo per puro divertimento da parte di quei
tedeschi fanatici e carnefici hitleriani di un tempo.
Ringrazio di cuore l’aned per l’esperienza

21.03.12
Campo di Concentramento di Mauthausen

Della cava, della scala della morte e di tutti
i luoghi che ho visitato fino ad ora mi ha
colpito principalmente una cosa: il silenzio.
Questo silenzio inquietante dentro al
quale però risuona ancora il rumore
fastidioso della crudeltà umana.
Questo silenzio, sia a Gusen che a Mauthausen
parla da solo. E’ il silenzio di chi ha
dovuto subire ingiustamente violenza, di chi
ha sopportato, di chi ha abbassato il capo
e ubbidito, di chi non ha potuto farsi
valere, di chi non ha potuto aiutare le
persone che lo circondavano.. il silenzio
della morte. il silenzio di chi non ha
potuto esprimere i sentimenti, di chi è
stato costretto a lasciare tutto, di chi ha
lavorato fino alla fine delle sue forze,
il silenzio di chi poi non ha potuto
raccontare.. il silenzio anche di chi ora
vuole ricordare, senza poter trovare una
parola che esprima quanto sia successo.
Il silenzio anche di chi ha nascosto
tutto per anni, di chi non confessato,
di chi ha voluto dimenticare,
la brutalità, la non curanza
nei confronti della vita
umana appare ai miei occhi
come qualcosa di inimmaginabile
la freddezza dei kapos nei
confronti dei prigionieri,
mostrava quanti sia difficile per
quest’ultimi riuscire a mantenere
la propria identità
la propria fede, la speranza.
Ciò che alimentava quel poco
che rimaneva della loro
persona era il ricordo dei
famigliari, l’attesa di rincontrarli.
Visitando di persona alcuni
di questi luoghi ho potuto comprendere,
anche se con grande sforzo
le loro sofferenze
i luoghi che hanno scatenato
in me l’emozione molto forte è
stata la stanza deve venivano
conservati i corpi dei cadaveri,
solo l’odore e l’immaginarsi
ciò che avveniva           brividi
di chi è stato torturato senza potersi
lamentare.. silenzio che racchiude la
sofferenza, ma allo stesso tempo tutto l’odio
e la follia dell’uomo

Mi viene sempre
voglia di vivere il
più possibile

La brutalità dei tedeschi, di fronte a uomi uguali
a loro strappati dalla propria famiglia, a la loro
crudeltà ed impassibilità di fronte alla loro sofferenza

Quando siamo entrati nella stanza dove lasciavano i
cadaveri degli uomini nell’attesa di essere cremati una
strana sensazione, come un brivido di freddo, è ......
nel mio corpo: entrare nei luoghi dove centinaia e
centinaia  di cadaveri sono stati torturati, mi ha
impressionato. non saprei nemmeno spiegare il freddo
una sorta di combinazione tra disgusto e
amarezza, tra compassione e tristezza per i fatti
commessi

Davanti e attorno a me
la bellezza della natura
un piccolo insetto cammina sui
miei pantaloni
mi viene da cacciarlo con un diro,
non lo faccio
perché dovrei farlo?
In questo luogo sacro, nessun
essere vivente dovrebbe più soffrire
in questo luogo dove la bestialità
umana ha raggiunto uno dei suoi
punti peggiori, qui si uniscono
la bellezza della natura e la bellezza
dell’essere umano.
Trentatre ragazze e ragazzi attenti,
rispettosi, curiosi di sapere, trentatre
semi di memoria che un giorno
germoglieranno e daranno vita alla
memoria, alla giustizia e alla libertà

Non riesco a pensare come
un essere umano, o forse non
sono nemmeno degni di essere
chiamati cosi', abbiano potuto
compiere simili crudeltà contro
altri esseri umani. Senza nemmeno
pensare a quello che
poteva comportare tutto ciò su
queste persone sia in termini
di violenza fisica sia psicologica.
In questi giorni sono
riuscita a superare le mie debolezze,
mi sono confrontata
con le mie emozioni.











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