Ventimila Leghe

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Studenti Istituto Don Milani di Sesto S.G.

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Scuola Secondaria di primo grado

Qui di seguito riportiamo gli scritti di alcuni studenti e studentesse dell'Istituto Don Milani che hanno partecipato alla Commemorazione della Giornata della Memoria al Monumento ai Deportati del Parco Nord di Sesto San Giovanni il 26 Gennaio 2013:

LACRIME
Tolsero i vestiti
ma non la dignità,
Tolsero le case
ma non il loro conforto,
Tolsero i sorrisi
ma non il loro coraggio,
Gli tolsero il corpo
ma non l'anima.

DEA, ALICE, CHIARA 3D


LETTERA "PENSIERO" IMMAGINARIA DI UNA STUDENTESSA DEPORTATA
Caro nonno,
mi hanno arrestato, non so neanche più quanto tempo è passato. Sono a Mauthausen.
Ho affrontato un viaggio molto difficile per arrivare qui: non ho mangiato né bevuto per giorni. Mi ha commosso il gesto di un uomo che mi ha offerto un pezzo di pane portato da casa sua.
Ci hanno caricati su treni come fossimo animali. Quando siamo arrivati al campo ho perso tutto. Mi hanno sequestrato gli orecchini, le scarpe, i vestiti e il regalo ricevuto per il mio bat-mitzvah, una collanina d’oro!
Durante la deportazione ho perso anche i miei genitori e mio fratello. Nello smistamento sono stati destinati ad Auschwitz.
Io sono sola.
Mi sento sola.
Questo campo è un posto orribile. Ci forniscono vestiti puzzolenti, sporchi. Siamo denutriti, pelati, senza più dignità.
Scheletri viventi.
Ci svegliano molto presto, ci fanno mettere in riga per l’appello. A volte ci costringono a stare in piedi ore, in attesa della chiamata. Siamo invasi dal terrore: potrebbero decidere di ucciderci, fucilarci, portarci a fare la doccia.
Io so.
Non si tratta di docce ma di camere a gas!
Una volta hanno portato anche me, ma si è trattato di uno scherzo macabro, di cattivo gusto: ci hanno bagnato con acqua fredda e mi sono ammalata.
I tedeschi ci odiano, ci disprezzano, per questo ci fanno soffrire.
Dopo l’appello ci portano nelle cave e lavoriamo tutto il giorno spaccandoci la schiena. Alla fine della giornata sono distrutta.
In questo luogo mi sono trasformata in un animale. Pur di procurarmi qualcosa da mangiare rubo ai più deboli.
Di notte dormo male, su un asse di legno. Con me ci sono una donna anziana con una mano fratturata e una giovane donna in fin di vita. Non stanno mai ferme, si agitano tutta la notte.
C’è della gente nella mia baracca che urla, si sveglia in preda agli incubi.
Non ero mai caduta così in basso, vorrei morire per porre fine a queste sofferenze.
Se mai riuscirò a tornare temo che ogni notte tornerò a sognare questi interminabili giorni.
Ma racconterò, testimonierò questa terribile verità, perché non venga mai dimenticata.
Sarah, tua 194058      19 febbraio 1944


LETTERA  AD UN DEPORTATO
Cari famigliari,
vogliamo ricordare Edoardo come un grand uomo, che ha "combattuto" contro il fascismo come un grande eroe, avendo scioperato.
Ha avuto un gran coraggio a scioperare con tutti gli altri lavoratori ed è per questo che vogliamo dedicargli una poesia:

Coraggio e amore
è stata la tua vita.
Crudeltà e sofferenza
è stata la tua nazione.
Ma tu hai saputo regalare un futuro migliore
a noi e all' Italia intera.

LUCA D. E FABIO 3 D


POESIE AI DEPORTATI
Niente nomi
solo numeri
Niente carne
solo ossa
Niente sorrisi
solo lacrime
Niente aria
solo gas
Niente giustizia
solo vergogna


RIFLESSIONE

Mi è capitato, parlando con amici lontani, di venire a sapere che conoscevano Sesto San Giovanni. Qualcuno c'era stato, altri ne avevano sentito parlare; ma non perché sia una città meravigliosa, ce ne sono tante come Sesto. Non la conoscevano per gli abitanti, ci sono anche qua i buoni e i cattivi. La conoscevano come Medaglia d'Oro alla Resistenza.
Che bello che è vedere questa cosa scritta un po' dappertutto. Per vincere una medaglia d'oro bisogna arrivare primi. Ma su questo podio, chi ci è salito? Sarà forse un corridore, un nuotatore o un ciclista? No, sappiamo tutti che non è così. O meglio, magari questi eroi erano anche corridori, nuotatori o ciclisti, ma non hanno certo vinto per questo.
Li chiamano deportati. Io li chiamo Uomini. Erano 560 circa qui in questa nostra Sesto, di cui 220 morti per la nostra libertà. Siamo qui per loro.
Volgo al termine, sperando di aver tenuto aperta una piccola parentesi che non dovrà mai essere chiusa.

Per non dimenticare, Alessandro C. 3D

L'Associazione Ventimila Leghe ringrazia le studentesse. gli studenti e le docenti per averci concesso di pubblicare questi scritti


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